Addio al Forum italiano dei movimenti per l’acqua

Non vi lasciate ingannare dal colore bianco della mia pelle. Sono figlia dell’Amazzonia, della foresta e del fiume.
E ora capisco perché la democrazia e il bilancio partecipativo non nasce in Italia.
La discussione sui metodi e partecipazione democratica dentro il forum è meno importante della minaccia neoliberale e della crisi economica -congiunturale – europea. In nessun momento vi è passato per la mente che approfondire internamente questo strumento ha la funzione di maturare la partecipazione cittadina.
Permettetevi di dire che in Brasile abbiamo vissuto crisi economiche ben più drammatiche di questa che si abbatte e si abbatterà sull’Italia. E in uno di quei tanti momenti il paese si concentrava a studiare, formulare, praticare e forzare i limiti di una democrazia ancora più includente e radicale. In funzione del popolo.
Non poteva essere altrimenti. L’idea dei diritti, della giustizia, di libertà, per noi latino americani, non è una piattaforma programmatica. E’ impressa a ferro e fuoco nell’anima collettiva.
Diventiamo militanti non per idealismo o bontà di cuore ma per esigenza. Nel nostro continente dobbiamo perennemente lottare per mangiare, studiare, lavorare, per amare. Solo dopo, molto dopo, la necessità di democrazia è per affermare diritti più ampi.
E questa lotta non è part-time, non è dipartimentalizzata. Spesso non avviene nelle piazze, nel momento del voto, degli scontri. Questa lotta è costruita minuto per minuto della nostra esistenza.
In un contesto dove nulla ci era concesso, spesso neanche la terra dove depositare il nostro corpo, la resistenza anticoloniale e la necessità di libertà è stata costruita attraverso la musica, la poesia, la cultura di strada, il teatro, la pedagogia e poi, solo dopo, la politica.
Per questo in Brasile una persona senza formazione accademica o che a malapena sa firmare il proprio nome diventa cantautore nazionale o, addirittura, presidente della repubblica.
Come mai l’emancipazione attraverso la cultura? Innegabile l’influenza africana, certo, ma la ragione risiede nel fatto di essere il solo spazio dove un intero popolo – con una classe dominante perversa – può esprimersi senza detenere terre, un tetto sopra la testa, senza detenere la proprietà.
Mi rendo conto, perciò, che la parola democrazia, il suo concetto stesso e la sua conseguente necessità, assume una valenza totalmente diversa quando pronunciata, aspirata e praticata in America Latina o in Europa.
E’ normale e nessuno si scandalizza che segmenti del Forum italiano dei movimenti per l’acqua si dedichino alla dimensione globale, a quella locale, a quella delle manifestazioni nazionali. Ma esiste un tabù, un brivido indignato che percorre l’intero forum quando pronunciato: impegnarsi per più esperienza di democrazia.
Questa sensibilità non è accettata.
Razionalmente vi considerate tutti paladini di tale democrazia. Però alla domanda “proviamo di più?” un coro di voci si alza e potrò riassumerle così: che vuoi insinuare? E’ tutto a posto! Non perdiamo tempo! Squadra che vince non si cambia. La nostra democrazia funziona.
Gli europei anticapitalisti sono così gonfi della loro saggezza che diventano narcisi sordi e ciechi. Credono che autoproclamarsi democratici e rivoluzionari automaticamente li rendi tali.
Quando girate con qualche indigeno o lider lavoratore dell’America latina spesso lo fate riproducendo l’europeo buono che tutela e lotta per la libertà di altri popoli. Li portate come trofeo, l’esempio della vostra virtù. Nel contempo non cercate con impegno direi urgente di mettere in pratica quanto assorbito da loro. Come a dire: nella loro casa va bene rivendicare democrazia e diritti. Nel mio mondo, nel mio movimento siamo bravi e apposto, grazie.
Abbiamo un vantaggio, noi latino americani: la cultura coloniale – esterna e interna – è così brutale e spietata che ha contorni chiarissimi.
La cultura dominante nella quale sono cresciuti i militanti del forum invece è subdola, complessa, si traveste. L’ubbidienza, la delega, l’aspettare risposte e contenuti elaborati dal’alto, la pigrizia e paura di produrli, il Vaticano, le logge, le cosche, l’omertà si vede dappertutto, è un virus dal quale tutti voi siete portatori.
E posso capire l’inconsapevolezza dei più giovani, sia anagraficamente che in termini di esperienza di movimento. Inaccettabile invece dai vecchi come Corrado Oddi, della Funzione Pubblica della potentissima CGIL, Marco Bersani, di Attac Italia e da tanti altri.
E’ loro il progetto di asfissiare la pluralità di esperienze nel Forum, imponendo il loro disegno di una “nuova soggettività” che nasce già con un inconfondibile odore di muffa. E con metodi di decisioni bulgari. Costruito e legittimato dal forum stesso attraverso il falso “metodo del consenso” elaborato da loro e che si traduce banalmente nel “potete scegliere il colore che volete basta che sia nero”.
Cofondatori di un movimento, non esitano a cannibalizzarlo.
E così il Forum da splendido fiume diventa man mano un lago. Approvato a maggioranza.
Di solito, nell’Amazzonia, in questi laghi ormai stagni rimangono alla fine le piranhas e altri predatori.
L’approccio che si ha con il bilancio partecipativo, la democrazia dal basso, per la maggioranza dei presenti nell’assemblea a Bari e nel Forum in generale, è solo teorico.
Non c’era nessuno in quella sede – o perlomeno pochissimi – che conoscesse il significato profondo della democrazia partecipativa. La ragione è semplice: l’Italia non ha mai prodotto niente di simile. Nessuno di noi l’ha vissuta anche per identificare i suoi limiti e problematiche.
La differenza culturale e politica tra i nostri mondi è evidente. La democrazia partecipativa non è nata in Brasile da uno esercizio filosofico ma da una tremenda, potente, furiosa necessità di popolo.
E per questo non si è mai sviluppata in Italia. Non è priorità imparare e applicare meccanismi che possono rivelarsi strumenti di emancipazione per il popolo italiano. E non nascerà mai con l’opportunismo, l’autoreferenzialità e con il continuo barare con la verità.
Fa comodo avere una società che non è capace di esprimere i propri diritti. Ci sarà sempre l’europeo buono, un gruppo, associazione, movimento o partito a interpretarli e farsi custode.
Perciò io so di essere perdente dentro il soggetto politico Forum italiano dei movimenti per l’acqua.
So che la mia necessità di democrazia nasce dalla mia alterità. Dal mio essere latino americana che conosce perfettamente l’odore e la consistenza che ha la fame e la miseria.
E se voler democrazia vera – dentro e fuori il forum – è una sensibilità che non trova spazio qui e ora posso capirlo. Magari lo sarà più in là o magari non lo sarà affatto.
Non sono nessuno per insegnarvi qualcosa, però siate consapevoli: scimmiottare la democrazia partecipativa è un’offesa agli italiani e agli altri popoli.
E il forum, se si radicalizza l’attuale processo, arriverà alla gestione partecipativa dell’acqua portando irresponsabilmente avanti l’immaturità, l’assenza di laboratori e di desiderio di osare – così condizionati come siete dalle ricette forgiate dentro la cultura egemonica delle sinistre italiane.
“Dimenticando” che dovremmo misuraci con altre realtà che hanno pieno diritto di partecipare alla gestione dell’acqua e che sono diverse dall’esperienza classica di tale sinistra.
“Dimenticando”, inoltre, che la responsabilità è verso 26 milioni di italiani e non verso i propri gruppi di appartenenza.
I famigerati e pericolosissimi militanti pugliesi colpevoli di chiedere metodi democratici diversi e che voi accusate – in maniera disonesta – di voler fare un partito? Saranno nulla in confronto…
Pensate alle potentissime lobby che si formeranno attorno alle associazioni di consumatori o alla politica dei partiti dentro le rappresentanze cittadine. Pensate alle dinamiche di questi rapporti.
E’ un gap democratico che continuerà a crescere. E che non ci fa onore se teniamo in conto i cittadini che con il loro contributo hanno viabilizzato i vostri progetti.
Progetti che dovrebbero aver come centro sacro proprio il cittadino e non il disegno politico di un gruppo, sindacato o associazione.

Potrei concludere domandando: se non ora, quando?

Ma questa è una lettera di addio, non riconosco più la potenzialità plurale di questo forum, il compromesso con il popolo e il loro bene comune, ragioni per la quale lo amavo.

Il mio impegno invece segue, vivo.
Esiste un conflitto reale sull’accesso all’acqua che buona parte di questo nuovo soggetto politico non solo non conosce ma non ha mai dato veramente importanza, non degnandosi neanche di guardare la propria bolletta.
Ho un comitato che esiste in funzione dei diritti cittadini e forse ora potrò dedicarmi a lui con lo spirito più leggero.
Lascio il forum italiano dei movimenti per l’acqua senza rimpianti. Con l’arte di casa mia.
Astrid Lima

NOI, LATINO-AMERICANI

Siamo tutti fratelli
ma non perché abbiamo
la stessa madre e lo stesso padre:
è che abbiamo lo stesso socio
che ci imbroglia.

Siamo tutti fratelli
non perché dividiamo
lo stesso tetto o la stessa mensa:
abbiamo la stessa spada
sopra la testa.

Siamo tutti fratelli
non perché abbiamo
la stessa culla, lo stesso cognome:
abbiamo lo stesso percorso
di furia e fame.

Siamo tutti fratelli
non perché sia lo stesso il sangue
che in corpo abbiamo:
ciò che è uguale è il modo
come lo versiamo.

Ferreira Gullar.

15 thoughts on “Addio al Forum italiano dei movimenti per l’acqua

  1. Cara Astrid, concordo assolutamente con quanto dici, riporto sotto una lettera di risposta alla proposta di raccolta firme di Molinari che ho inviato tempo fa.

    [[ Basta con la raccolta firme!
    Quello che Molinari non dice:
    A) Abbiamo sciolto, smantellato di fatto il comitato delegando ai partiti il “mantenimento” dell’impegni referendari sull’acqua e sui Beni comuni in generale.
    Questo tradendo lo spirito dei Beni Comuni fino ad allora propagandato “pubblico non vuol dire dello Stato”, quindi dei partiti.
    Si era detto che la lotta sull’acqua pubblica era il primo tassello per la difesa di tutti gli altri beni comuni e invece si è chiuso la saracinesca.
    Invece di incominciare a costruire diverse forme di gestione dell’acqua in modo “pubblico”, con la prospettiva di estenderlo poi agli altri beni comuni si è abdicato, La direzione del comitato ha fatto come il capitano della nave affondata al largo dell’isola del giglio.
    Si era fatto un comitato apposito e non un’interpartitica proprio per ribadire l’universalità del concetto di “bene comune” e dopo il referendum si è fatto il contrario.
    Il comitato referendario è il suo successo erano anche il sintomo (annunciato) che il sistema di rappresentanza in vigore era assolutamente inadeguato e passatista e bisognava costruire qualcosa di nuovo.
    B) Ci si era detto che i beni comuni dovevano uscire dalla visione mercatista, dalla pensiero unico del mercato. Si diceva che bisognava sottrarli al concetto di proprietà borghese. Ma questo non voleva voleva dire che restassero Statali, come patrimonio dello Stato (quindi a garanzia del debito Statale e vendibili ai debitori). Ma che dovevano etrare in nuove economie da riscoprire (per es quella del Dono), paralleli e distinti da quelle del mercato.
    C) Non si riesce a capire che fine hanno fatto i rimborsi elettorali, dovevano essere investiti sul mantenimento e il rafforzamento dei Beni Comuni PUBBLICI, invece siamo di capo a 12, non c’è trasparenza, e c’è sudditanza verso i partiti (perchè da alcune voci risulta che lì sono finiti i fondi).

    Con tutto il rispetto che ho con Alex ed altri, ma dato che non siamo burattini, prima bisogna che ci chiariamo bene cosa si intende per Bene Comune.
    Ci sono oggetti materiali (acqua, aria, energia ecc.)e oggetti immateriali , sociali (cultura, arte ecc), e sui sistemi di cittadinanza, su come ci si organizza e sui metodi di ordinamento sociale di cooperazione che ci si dà.

    D) di fronte alla crisi attuale i Beni comuni potevano essere occasione unica, una palestra di gestione alternativa invece, per una gestione scellerata del comitato referendario, i beni comuni sono ritornati al punto di partenza.

    Con la promozione della raccolta firme ci stanno prendendo per il culo, non serve a nulla, se non c’è un progetto complessivo CREDIBILE sui Beni Comuni, serve solo a scaricare i responsabili di ogni cazzata fatta e a farci girare in tondo come criceti, come asini davanti alla carota, è una impresa inutile con la forte puzza di campagna elettorale.

    Scusatemi della franchezza, ho chiesto più volte spiegazioni senza aver avuto mai risposte, continuerò ad insistere.
    Antonio Savino
    ex comitato referendario.]]

  2. Carissima Astrid, mi dispiace molto della tua decisione di continuare la stessa battaglia stando fuori dal Forum dei movimenti per l’acqua: mi dispiace perchè, anche dalla tua “lettera di addio”, ho capito meglio che sei tra i fiori più belli e più intelligenti di questo movimento (per questo spero che non sia un addio, ma una pausa di riflessione e sono sicuro che in questa pausa non ti riposerai e che dedicherai tutta te stessa al Comitato locale dove sei impegnata).

    Non avendo partecipato alla riunione di Bari (ho sempre detto con franchezza la mia opinione nella mailing list nazionale, ma nel mio impegno non voglio andare oltre il livello locale… lo sento più alla mia portata), non saprei dire se avrei condiviso le proposte dei compagni e le compagne del Forum pugliese o quelle di Marco Bersani, Corrado Oddi, ecc. (anzi, per quanto avevo letto in quell’allegato inviato da Paolo Carsetti, mi sentivo più vicino alle proposte di Bersani di continuare a tenere insieme tutto il pluralismo di questo movimento, pur avendo la tua stessa diffidenza e contrarietà verso chi pensa di poter imporre l’egemonia e questo tentativo lo vedo in particolare da parte di Attac).

    Per quanto mi riguarda anch’io, da dopo il successo referendario, vivo con crescente malessere la mia adesione al Forum nazionale (e persino a quello locale di Pistoia), perchè ho l’impressione che ci si accontenta degli slogan, delle manifestazioni, della propoganda…. rifiutando di fare i conti con le difficoltà reali e con le proposte concrete e realistiche che sono necessarie per attuare (magari gradualmente, ma pienamente) l’esito referendario dei 26 milioni di SI (che non hanno chiesto, a mio parere, di ridurre le tariffe del 7%, ma di abolire il profitto e di ripubblicizzare la gestione dei servizi idrici sperimentando gestioni pubbliche partecipate dai cittadini e partecipate…, a mio parere, significa avere il diritto di fare proposte per buoni investimenti nei servizi idrici e per una buona e rigorosa gestione pubblica e controllare che – una volta recepite – siano attuate).

    Di sicuro non seguirò un movimento che si limita a fare propaganda e manifestazioni, perchè – a mio parere – quei 26 milioni di SI ci hanno messo di fronte ad una precisa responsabilità: fare proposte concrete e realistiche (al Parlamento, alle Regioni, ai Comuni, tenendo conto delle rispettive responsabilità e possibilità).

    Un abbraccio.
    Giuliano Ciampolini, Pistoia

    • credo di capire il problema che denuncia Astrid, e qui sopra Ciampolini. definirlo è difficile ma non facendo si dà ad un malessere generico un nome improprio e poi ci si comporta in ragione del significato di quel nome (o aggettivo , o verbo). Qualcuno, sa dirmi se conosce qualche modo di fare cose insieme , da pescare, cacciare, coltivare ecc.. sino all’ organizzazione degli stati e del mondo che non finisca per essere, ma nella mia esperienza lo è da subito, gerarchica, organizzata secondo la ” capiacità”, essenzialmente quella di esercitarla per fare prevalere le proprie opinioni?
      Ho anche una curiosità e , nel tempo che vi ho dedicato, non sono riuscito a soddisfarla. Vorrei sapere come sono evoluti i modelli partecipativi a tutti noti , quelli di Porto Alegre, non è che hanno vinto le destre e sono morti lì? Se fosse bisognerebbe chiedersi perchè.
      Quanto al che fare, mi sembra chiaro che siamo sempre più lontani dalla democrazia, anzi non ci siamo ormai da tempo, forse dovremmo parlare di “dittatura partecipativa” come collaborazione ai progetti dei “nuovi signori ” (la legge di partecipazione toscana ha questo indirizzo). La sfida è persa se i comitati rimangono tali, pratiche senza utopia e strategia per indirizzavisi, politica in definitiva. La nuova dittatura è partecipata da molti cittadini, maggioranze politiche in alcuni casi , è successo,e succede, anche nei mitici paesi sudamericani, sebbene ora si sia in un momento “alto ” e spero che resti tale. Forse bisogna passare anche noi per le stese lotte contro la dittatura prima di poter affermare i diritti all’ acqua pubblica, con la sfortuna che questa moderna è più inafferrabile, invisibile e inidentificabile di quelle classiche (europee e sud americane) , tirabombe economiche invece di quelle classiche e non preleva la gente di notte per torturarla e buttarla “a mare”, si limita a rovinarla e renderla marginale , vera res nullis in tutti i sensi.
      Caro Ciampolini, cara Astrid in grecia, e spagna, si lotta duramente ma i governi, di sinistra, vanno avanti imperterriti ad applicare “le riforme” dettate dai nuovi signori. Da noi ci siamo, la maggioranza del mondo politico è a favore delle ricette della BCE, la CGIL di Oddi firma quel che sappiamo, presto ci saranno elezioni che confermeranno la assoluta inagibilità politica delle nostre istanze e noi stessi non siamo in grado di prendere decisioni decentemente partecipate se non nei nostri domestici orticelli, e poco anche lì. Di fronte a questo la conduzione del movimento dell’ acqua da parte di chi ci dedica tempo , lo stesso Oddi , Marco e altri è decente, non è quello che vorrei , ma quello che vorrei non sono in grado di produrlo e penso che sia così per molti, personalmente me ne sono andato in silenzio relegandomi al puro “fare qualcosa” .
      Abbraccio comunque
      Giampaolo

      • Caro Giampaolo, oggi è domenica di vento. Dalla mia finestra, in lontananza, vedo tutta la valle litoranea, il mare e il profilo irresistibile del Circeo.
        Non è giornata per risponderti (non oggi) sulla così incompiuta democrazia partecipativa.
        In testa una vecchia canzone “ma so che tutto è proibito, anzi, volevo dirti che tutto è permesso anche baciarti nel buio del cinema mentre nessuno ci vede…Non chiedermi che ti faccia una canzone come si deve/ corretta bianca soave/ molto pulita, molto leggera/ Suoni, parole sono rasoi/ ed io non posso cantare come conviene senza voler ferir nessuno/ Ma non si preoccupi mio amico, con gli orrori che ti dico, questa è soltanto una canzone, la vita è diversa, voglio dire, la vita è molto peggio…”
        A domani.
        http://letras.terra.com.br/belchior/44449/
        Mas sei
        Que tudo é proibido
        Aliás, eu queria dizer
        Que tudo é permitido
        Até beijar você
        No escuro do cinema
        Quando ninguém nos vê…(2x)

        Não me peça que eu lhe faça
        Uma canção como se deve
        Correta, branca, suave
        Muito limpa, muito leve
        Sons, palavras, são navalhas
        E eu não posso cantar como convém
        Sem querer ferir ninguém…

        Mas não se preocupe meu amigo
        Com os horrores que eu lhe digo
        Isso é somente uma canção
        A vida realmente é diferente
        Quer dizer!
        A vida é muito pior…

        E eu sou apenas um rapaz
        Latino-Americano
        Sem dinheiro no banco
        Por favor
        Não saque a arma no “saloon”
        Eu sou apenas o cantor…

        Mas se depois de cantar
        Você ainda quiser me atirar
        Mate-me logo!
        À tarde, às três
        Que à noite
        Tenho um compromisso
        E não posso faltar
        Por causa de vocês…(2x)

  3. Buongiorno, io non conosco la persona che ha scritto questa lettera e nemmeno conosco bene le realazioni civiche e i meccanismi di comportamento presso il Forum.
    Voglio dire che fame , disperazione e miseria non sono autamoticamente generatrici di una sana, umana e dolce solidarietà.
    No, li’ non scatta subito l’aiuto reciproco, la consapevolezza di un dolore comune e condiviso e men che meno la capacità di elaborazione intellettiva.
    Non è il tiranno cattivo che rende buoni, sensibili ed intelligenti i dominati e maltrattati.
    Non è cosi’. Forse nei film o nei romanzi o nei reportage di qualche esaurito.
    Ci sono affamati che fanno rumore coi piatti solo per mostrare al vicino che in quella casa o baracca si mangia. Perché c’è addirittura qualcuno, nelle tue condizioni, che ti odia e disprezza se vede che tu sei ancora più debole!
    Bisogna lottare per stare meglio, non mitizzare il dolore e la difficoltà!!!
    Questa è una teoria sbagliata, se si parla di un intero, grande territorio. Diverso è il caso di un nucleo ristretto, dove ogni persona ha la stessa identica esperienza, come gli schiavi in un campo, o emigrati atterrati in terra straniera a raccogliere pomodori o arance.
    Ma chi accede a relazione umane, anche se non tutto va bene, non deve appellarsi allo strazio di chi è senza speranza.
    Sarebbe una operazione un po’ Kitsch, europea, delle peggiori.
    Giovanni Gottardo

    • Caro Giovanni,
      quando dici che “fame , disperazione e miseria non sono automaticamente generatrici di una sana, umana e dolce solidarietà” hai pienamente ragione.
      Avevo iniziato a scrivere proprio su questo nei giorni passati:
      Le donne e uomini del sud del mondo che arrivano e arriveranno non saranno docili. Tutt’altro. Saranno crudeli. Morderanno la carne anche di chi li sostieni.
      Non hanno mai avuto niente da perdere per aver paura. Tanto meno ci è stato dato la possibilità della dolcezza.
      Però forse è anche da loro che verrà la spinta di una vera e propria sollevazione contro i sistemi culturali italiani. Ne è la dimostrazione le rivolte africane contro le cosche.
      ___
      Penso sia una riflessione importante da fare per non cadere nella trappola di idealizzare culture e storia di violenza.
      ___
      Quanto ad “appellarsi allo strazio di chi è senza speranza” non è mia intenzione.
      Di democrazia ne ho vissuta ben poco. La povertà però la conosco molto bene per usarla opportunisticamente.

  4. Cara Astrid,
    la tua rinuncua alla lotta all’interno del Forum ci lascia però piu soli….. peccato, sarà piu difficile senza la ”guerriliera brasiliana”!
    se riusciremo a fare rinascere il Forum dopo questa ubriachatura del referendum….
    Sai, in questo momento di transizione dove bisogna fare morire il comitato promotore, ogni energia positiva è preziosa.
    Energia positiva preziosa come quel meraviglioso corto che hai regalato al movimento italiano dell’acqua, corto visto e apprezzato da molto di piu dei 27 milioni di elettori.
    Nessuno potra negarlo, neanche sotto voce….
    non ti ringrazio perche le nostre strade sono le stesse e s’incroceranno inevitabilmente…
    le poesie sono sempre un tesoro….

    Grasse matinée
    Il est terrible
    le petit bruit de l’oeuf dur cassé sur un comptoir d’étain
    il est terrible ce bruit
    quand il remue dans la mémoire de l’homme qui a faim
    elle est terrible aussi la tête de l’homme
    la tête de l’homme qui a faim
    quand il se regarde à six heures du matin
    dans la glace du grand magasin
    une tête couleur de poussière
    ce n’est pas sa tête pourtant qu’il regarde
    dans la vitrine de chez Potin
    il s’en fout de sa tête l’homme
    il n’y pense pas
    il songe
    il imagine une autre tête
    une tête de veau par exemple
    avec une sauce de vinaigre
    ou une tête de n’importe quoi qui se mange
    et il remue doucement la mâchoire
    doucement
    et il grince des dents doucement
    car le monde se paye sa tête
    et il ne peut rien contre ce monde
    et il compte sur ses doigts un deux trois
    un deux trois
    cela fait trois jours qu’il n’a pas mangé
    et il a beau se répéter depuis trois jours
    Ça ne peut pas durer
    ça dure
    trois jours
    trois nuits
    sans manger
    et derrière ce vitres
    ces pâtés ces bouteilles ces conserves
    poissons morts protégés par les boîtes
    boîtes protégées par les vitres
    vitres protégées par les flics
    flics protégés par la crainte
    que de barricades pour six malheureuses sardines..
    Un peu plus loin le bistrot
    café-crème et croissants chauds
    l’homme titube
    et dans l’intérieur de sa tête
    un brouillard de mots
    un brouillard de mots
    sardines à manger
    oeuf dur café-crème
    café arrosé rhum
    café-crème
    café-crème
    café-crime arrosé sang !…
    Un homme très estimé dans son quartier
    a été égorgé en plein jour
    l’assassin le vagabond lui a volé
    deux francs
    soit un café arrosé
    zéro franc soixante-dix
    deux tartines beurrées
    et vingt-cinq centimes pour le pourboire du garçon.

    Jacques Prévert

    Abbracci
    Michel

  5. Diverse persone hanno incontrato gli stessi ostacoli di Astrid. Se i “padri” del Forum hanno le caratteristiche da lei descritte, esse sono ampiamente condivise anche nei livelli locali. E’ difficile inventare un modello nuovo, ancora di più applicare modelli diversi di comportamento quando comportano una perdita di potere.

  6. Pura luce che squarcia le tenebre: ecco cos’è il tuo post… A tratti addirittura così abbagliante da costringere a socchiudere gli occhi… tale l’impatto delle verità che condividi! E sono certo che tu faccia questo per lanciare un chiaro segnale a tutti i sostenitori di quello che secoli fa era il “panem et circenses”, ovvero pane e giochi per sedare il popolo, ed oggi è diventato: “Panino dal McDonald’s e Calcio!”. Leggi tutto su-> http://mondocineroma.wordpress.com/2011/10/05/panem-et-circenses-no-panino-del-mc-donalds-e-calcio/

  7. Cara Tiziana, ho appena letto tuttad’unfiato la preziosa lettera che mi hai segnalato di Astrid, che non conosco ma che “a pelle” mi viene subito da stimare , come mi succede per ogni altra persona che ha il coraggio di esporre la propria “visione” anche scomoda sulle cose importanti della vita. Dalla mia esperienza,senza pretesa alcuna per gli altri, ho imparato che spesso “la scomodità” è un indicatore di valore umano, perchè perlomeno è spia di grande “passionalità” e di “tenere molto” ai valori per cui ci si batte. Aldilà di questo e brevemente(ci saranno altre occasioni di approfondimento) posso dirti che sono molto sconcertato del quadro progressivo che mi stai aiutando ad aprire, e te ne ringrazio, riguardo le contraddizioni che ci possono essere nel Forum. Non ho molti elementi a supporto della fondatezza o meno di queste contraddizioni ma mi riservo d’approfondire meglio, anche col tuo aiuto.Da una parte sono sconcertato ma dall’altro neanche più di tanto. Conosco bene i rischi dei limiti umani, non solo caratteriali ma anche “culturali”, che spesso albergano anche in coloro che pure dovrebbero esserne più al riparo. Le appartenenze, le tessere e le etichette spesso possono essere, anche inconsciamente, dei “ripari” : quello che conta è la Persona, la sua coerenza e la sua volontà di mettersi costantemente in discussione ed in ascolto degli altri . Nessuno possiede la Verità : ognuno di noi ha bisogno di un po’ della Verità che sta negli altri.Solo assieme e vigilando tutti sul proprio “orgoglio” vi ci si può avvicinare. Ecco perchè , facendo anche noi parte di Comitati aderenti al Forum, dovremmo invitare Astrid a rimanere nel Forum. Voci così sono comunque preziose.

    Ciao e grazie

    germano

    • Caro Germano,
      so di essere stata dura. Per la prima volta in tanti anni in Italia la mia alterità ha preso il sopravvento.
      Volevo toccare una parte di militanti che invece con la rivoluzione altrui costruiscono la sostanza della loro esistenza ma che non sono in grado di un minimo di apertura, di concedere nulla all’Altro quando giocano in casa propria.
      La democrazia che si è cercato di costruire in Brasile è stata applicata in città di 16 milioni di persone. E non penso si sia avvicinata a qualche ideale di democrazia, ma è stato un passo avanti in questa ricerca. Inoltre, non si costruisce un progetto politico-sociale di tali dimensioni senza che non ci sia una necessità oggettiva.
      Il forum si basa su due principi:
      – Affidamento della gestione dell’acqua a soggetti di diritto interamente pubblico (perciò non SPA)
      – Gestione partecipativa dell’acqua
      Entrambi sono fondamentali. E mentre abbiamo fatto passi importantissimi nel primo, il secondo principio non trova un vero spazio di riflessione. A Bari, il primo giorno era dedicato all’organizzazione del Forum. Ed era lì che una discussione viva, stimolante, ricca, dovrebbe iniziare a nascere. Dobbiamo ampliare la democrazia a partire dal forum stesso. Invece è stato uno spettacolo di misera affermazione di potere.
      Penso che ormai la diversità dentro del forum è una minaccia, per questo esperienze come quelle di Aprilia non sono proprio amate dai vertici del movimento (perché è innegabile, esiste un vertice).
      E la ragione è che la diversità reale di esperienze di militanze, se riconosciuta a pieno diritto, è una minaccia alla vecchia abitudine alla egemonia tanto cara ad una certa sinistra. E io dell’egemonia loro non so che farmene.
      Ora parlano di soldi dei rimborsi. Si pensa come strutturare la segreteria, come impiegare nei territori, nelle campagne per l’acqua ecc.
      Per come la vedo io la prospettiva è assolutamente sbagliata!
      Non si doveva chiedere come il Forum può impiegare questi soldi.
      La domanda onesta è: come i soldi possono essere applicati in tutela dei diritti cittadini all’acqua.
      Perché quei soldi Germano, non ci appartengono. Appartengono al popolo italiano.

  8. Grazie Astrid per le tue parole e per il cuore che ci hai messo nel pronunciarle in quel luogo.
    La strada che porta al cambiamento è lunga, tortuosa e di non facile percorrenza…. ma ogni tanto si accende una luce, una luce che aiuta a vedere chiaro proprio nel momento in cui sembrava buio fitto e in quel momento scopri che ci si sta muovendo nella giusta direzione… Grazie Astrid, domenica tu hai acceso quella luce.
    un abbraccio
    Giovanni

  9. minha querida Astrid, nao somente super bem escrito., mesmo se com amargura e te entendo, mas quanta verdade….e que tremendo esta falta de solidariedade e ignorancia…ou / preguiça mental..
    e enqanto ao que diz de latinos americanos, voce, o meu amadopoeta Ferreira Gullar! ah! SIM!! um grande sim,,,
    mas continue LUTANDO!!!!!!!!!

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